San Francisco (California del Nord) è una città famigliare anche a chi non l’abbia mai visitata: set di serie televisive e film memorabili, immortalata da Kerouac e dagli scrittori della beat generation, è ricca di locali pittoreschi – ristoranti, rosticcerie, caffè – soprattutto nella zona di North Beach, dove maggiore è la presenza della comunità italiana. San Francisco ha reso un importante omaggio all’Italia, alle eccellenze enogastronomiche, in occasione del Winter Fancy Food 2019, il maggiore evento commerciale dedicato alle specialità alimentari della West Coast (dal 13 al 15 Gennaio al Moscone Center). Il Padiglione Italia, 700 metri quadri interamente riservati al ‘The Extraordinary Italian Taste‘, ha dato visibilità ad una cinquantina di Aziende provenienti da tutte le Regioni del Belpaese. I toni entusiastici di organizzatori e sponsor (Specialty Food Association, Agenzia ICE, Universal Marketing in collaborazione con Federalimentare, Cibus, Tuttofood e Vinitaly) fanno ben sperare non soltanto per il business. Da sempre, per noi italiani, cibo – il buon cibo, quello che soddisfa il palato, la mente e l’umore – è la sintesi genetica di cultura e tradizioni che affondano le radici in un passato lontanissimo, quasi fiabesco. L’attenzione alla qualità delle materie prime, il rigore delle leggi e dei controlli in materia di sicurezza alimentare ed etichettatura dei prodotti Made in Italy nascono sì da esigenze di mercato ma implicano anche una capillare campagna di sensibilizzazione dei consumatori. Phil Kafarakis, presidente della Specialty Food Association, proprietario e produttore della fiera, ha parlato di “adesioni record” per l’edizione 2019 dell’evento. “La grande popolarità della dieta mediterranea – ha continuato Kafarakis – e il grande successo che questa ha tra i consumatori, incoraggia tutti i produttori alimentari italiani a mostrare i loro nuovi prodotti e a essere pronti per tanti buoni affari in questo Winter Fancy Food Show 2019”. Ci si augura davvero che eventi simili vengano organizzati con maggiore frequenza e contribuiscano all’export sia del produzione italiana di qualità sia di tutto il retrogusto culturale legato al prodotto.