I ragazzi di B.LIVE-BULLONE – i B.livers – hanno pensato di donare ai visitatori della mostra Cicatrici (in Triennale dal 17 al 28 Ottobre) cose belle attraverso storie speciali. Anzi: Storie Speciali, dato che sono tutti ragazzi affetti da gravi patologie (oncologiche, Hiv, anemie particolari, disturbi alimentari…). Alessandro, Giada, Sarah, Chiara, Carolina… lottano non solo contro la propria malattia, ma anche contro i tabù delle persone “sane” che spesso abbassano lo sguardo, provano fastidio, di fronte alle cicatrici, più o meno evidenti, lasciate dalla malattia. Ecco allora che due simboli della Bellezza universalmente riconosciuta, la Venere di Milo e il Davide di Michelangelo, si metamorfizzano in “altro”, il molto “altro” invisibile ad occhio nudo: ansia, paura, angoscia, senso di soffocamento insieme alla forza di sopportare e superare.
In mostra sono esposte una quarantina di statuette, alte 35 cm, che sono la sintesi in 3D (realizzata dai ricercatori/studenti di +Lab, il laboratorio di stampa 3D del Politecnico di Milano), delle storie/poesie scritte dai B.livers, racchiuse anche in un bellissimo catalogo ricco di immagini.
Avere contatti con i ragazzi di B.LIVE è semplice: sono presenti sui principali social-media, hanno un canale Facebook, in cui postano quotidianamente iniziative, video e foto; e pubblicano la rivista Il Bullone (vedi sito http://www.ilbullone.org/) così da trasmettere a tutti, giovani e meno giovani, in modo semplice e immediato, contenuti per nulla semplici ed immediati. E i numeri confermano la corretta trasmissione dei messaggi. Ad oggi, a soli 6 giorni dall’inaugurazione della mostra, sono stati pubblicati una 40ina di articoli sulle principali testate online che hanno raccolto circa 4 mila azioni di engagement. Circa 150 i post Twitter e Facebook che hanno raccolto circa 3.500 azioni di engagement.
La mostra in Triennale terminerà il 28, purtroppo. Speriamo davvero il lavoro di questi ragazzi prosegua, e trovino altri spazi espositivi pronti ad accogliere con entusiasmo le loro storie, “L’ideare, il fare, il sapere. Insieme”.
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